VERSO L’INDICAZIONE DI ORIGINE PROTETTA DELLA ‘NDUJA DI SPILINGA

PASSO SPEDITO DELL’ITER BUROCRATICO
Importanti passi avanti sono stati fatti per arrivare al marchio Igp della ‘nduja di Spilinga. “Recentemente – esprime soddisfatto per l’occasione il produttore Giuseppe Porcelli – ci ha fatto visita il dirigente regionale Giacomo Giovinazzo, del dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari insieme a Luigi Polizzi, dirigente del Dipartimento delle Politiche competitive e della qualità agro – alimentare del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Insieme, hanno constatato le fasi di lavorazione e stagionatura del salume, e soprattutto come tutto combacia insieme alla documentazione prodotta finora”.
Nei primi mesi dell’anno venturo, molto probabilmente a febbraio, dunque, si terrà un’audizione pubblica nel territorio spilingese e cioè un’importante conquista, la quale rappresenta la sintesi di un progetto, mirata ad esaltare una delle realtà leader dell’economia agricola locale. “L’iter procede – sottolinea Porcelli – vi è una necessità di giungere a una conclusione. Vogliamo tutelare il nostro prodotto, il buon nome della provenienza. Non chiudiamo le porte a chi vorrà produrla, ma sarà ostacolato chi continuerà a chiamarla “di Spilinga”. “È anche uno strumento, quello dell’Igp, per non trarre in inganno il consumatore”. Un riconoscimento che racchiude non solo la lavorazione delle carni genuine e del peperoncino del Monte Poro, che da tradizione plurisecolare viene realizzata nel territorio, dunque. È anche il microclima asciutto e al contempo umido della città, geograficamente racchiusa in mezzo a due fiumare, che conferisce quel sapore e quel profumo che rendono la ‘nduja così appetibile e gustosa, nonché inconfondibile e inimitabile.