Tropea. Giovani talenti crescono… Benedetta Pizzarelli e le sue 100 poesie

Una silloge poetica con la presentazione di Chiara Condò
Benedetta Pizzarelli non ha neppure sedici anni, è nata e cresciuta a Tropea dove frequenta il Liceo Classico “P. Galluppi”.
Ha sangue ucraino – da parte materna – ama da sempre leggere e scrivere e sogna di iscriversi all’università, facoltà di Psicologia.
Una giovane ragazza come tante che, però, con molto coraggio e determinazione, grazie al suo talento e all’amore verso i libri e la letteratura, ha deciso di pubblicare la sua prima silloge poetica.
Il volume dal titolo “Cento”, per i tipi poetici di Meligrana Editore, ha la Presentazione della libraria tropeana Chiara Condò che così descrive Benedetta: «Conosco Benedetta da quando, molto piccola, è entrata per la prima volta in libreria con gli occhi sgranati e i movimenti irrequieti di chi, in libreria appunto, non era mai stato.
Mi ricordo benissimo le sue espressioni e i suoi capelli arruffati, ma specialmente ho buona memoria della sua curiosità totale, del suo saltare da un argomento all’altro, senza tenere conto di barriere linguistiche e anagrafiche.
Le è sempre piaciuto tutto, è sempre stata curiosa di tutto, e non mi stupisce che in tutti questi anni abbia lavorato a una raccolta di poesie.
Le poesie della raccolta toccano moltissimi temi: dalla famiglia, vista come l’unico luogo sicuro in cui poter essere se stessi, chiedere conforto e sicurezza, respirare al riparo da tutto il movimento del mondo, al bisogno spietato di equilibrio e pace, specialmente quando tutto intorno a te si muove e cambia costantemente.
Nelle poesie di Benedetta si ritrova tutta l’irrequietezza dell’adolescenza, ma anche la maturità di una ragazza che guarda al mondo con il filtro di una sensibilità speciale, che si fa colpire da tutto e mantiene aperta e integra tutta la sua curiosità».
Alla continua ricerca di un precario equilibrio, apparentemente senza alcun supporto, o protezione, col solo obbiettivo di andare sempre avanti, proseguire dritti nel cammino dell’esistenza; come la copertina ci preannuncia e la prima poesia ci racconta (A volte il mondo sembra capovolto, / mi sento sottosopra e sottosopra io ci sto), la vita appare all’autrice quasi come una esperienza da equilibrista, costantemente in bilico tra le pressioni di una realtà oramai del tutto digitalizzata e affamata di giovani, da masticare crudi e sputare nel piatto, e di adulti consumati che hanno oltrepassato l’infanzia – di certo non la stessa dei giorni nostri – tra delusioni e privazioni, d’affetto soprattutto.
All’autrice sembra non importare molto degli altri, del mondo che freddamente la circonda, che la importuna, che cerca quotidianamente di turbare la sua adolescenza, come fa con tutti gli altri, giovani e meno giovani, lanciando infiniti input, virtuali ma che si materializzano veloci come saette, senza curarsi di che output verranno generati.
La famiglia, l’amor proprio e il legame più stretto che possiede, quello con suoi fratelli, sono i temi più ricorrenti della silloge, un conto alla rovescia che parte da cento: l’intenzione, però, non sembra affatto essere quella di far intendere al lettore cosa ci sia nell’animo dell’autrice, nella sua mente – leggere tra le righe, scovare il non scritto – bensì che, dietro l’apparente insensibilità della realtà che ci circonda, esiste la sensazione di sollievo, un caldo rifugio, tra le parole, vere e sincere, non celato tra di esse, in cui tutti si possano sentire se stessi e compresi, finalmente.
L’opera è composta da 100 poesie, come il titolo stesso indica, dal formato molto particolare, è un libro dalla forma quadrata: un’ottima idea per un regalo natalizio alternativo, per giovani e meno giovani, con un messaggio chiaro: i ragazzi di oggi – anche quelli della nostra terra – non sono solo consumatori ma, se stimolati, possono produrre cultura di qualità.