STAGIONE TURISTICA ANNO 2020. SCENARI E PROSPETTIVE

Riflessioni sulla prossima stagione estiva dalle parole dell’economista Antonio Preiti
Nei giorni scorsi abbiamo fatto delle ipotesi sullo scenario che potrebbe aprirsi questa estate ed in che clima potremmo riprendere l’attività turistica che dà da vivere a molte persone specie nella nostra regione. Ci siamo chiesti chi potrà essere il potenziale ospite che verrà in vacanza in questa imminente stagione turistica.
Abbiamo escluso, il turista straniero considerato che l’Italia , ad oggi ha il maggior numero di contagi ed il maggior numero di morti cui si aggiunge la riduzione dei voli aerei, che ci rende, in ambito internazionale, meta turistica “a rischio”, abbiamo poi dei dubbi sui turisti “di prossimità”, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia, tanto per capirci che hanno un mare simile al nostro e,anche se non lo avessero come il nostro, le vacanze per loro sulle loro spiagge, sarebbero a costo zero; da ultimo abbiamo pensato che rimarrebbe un turismo proveniente dal nord Italia, che è, al momento, in ogni caso una zona ancora molto “contagiosa”. Fatte queste premesse la stagione estiva 2020, non si presenta per nulla facile e scontata.
Queste considerazioni nascono ora che la pressione sul sistema sanitario, creata dal Coronavirus sta lentamente diminuendo,lasciando spazio alla pressione sulla economia e quindi arriva il momento di cercare una via d’uscita che, come per il contagio, lasci il minor numero di vittime sul campo. Naturalmente le località turistiche stagionali hanno già una economia di per sé fragile, ancor più fragile diventa se esse si trovano in zone già depresse a cui, come se non bastasse, si aggiungerà la crisi causata dalla pandemia.
Per approfondire meglio lo scenario che potrebbe riguardare la nostra realtà economica, ci serviamo di un interessante contributo dell’economista Antonio Preiti (sociometrica, Censis) pubblicato in questi giorni ,on line, su Huffpost.
In questa analisi dal titolo “Il giorno dopo del turismo:nuovo creativo, migliore”, l’autore , dopo aver premesso che, finchè l’epidemia è in corso non è facile fare previsioni sulle conseguenze, specialmente nel settore del turismo dove la metà delle presenze proviene dall’estero,evidenzia come “ la ripresa non sarà meccanica, automatica, come per una impresa industriale”, perché non saremo sicuri che le persone perderanno subito la paura di viaggiare e di questo sono consapevoli anche le compagnie aeree che hanno previsto una diminuzione di voli con la ripresa della “normalità” .
Lo stesso ricercatore, fermo restando che al momento nessuno conosce l’andamento dell’epidemia, né quando essa finirà, rileva che ,presumibilmente, per le attività stagionali, di cui è composta in massima parte la ricettività calabrese,la perdita di guadagni sarà diversa, a seconda che le strutture riapriranno in giugno, in luglio o in agosto, perché, la perdita non avrà gli stessi effetti su ogni struttura.
Egli propone una strategia basata su tre punti che dovrebbe avere le seguenti priorità:
- Salvare le aziende alberghiere;
- Ristrutturare l’offerta;
- Rilanciare la domanda.
Ed infatti le aziende alberghiere dovranno pagare i canoni, i mutui,le ristrutturazioni, che di solito si pagavano con i guadagni estivi quindi, per evitare il collasso della gran parte di esse, avranno bisogno di un sostegno.
Ci sarà poi necessità di rinnovare le strutture perché si diventerà più sensibili all’igiene ed alla pulizia, per cui l’offerta andrà rinnovata; “l’albergo che non profumerà di nuovo sarà improvvisamente visto non con gli occhi della nostalgia, ma della diffidenza. Approfittando di questo rallentamento del mercato- sottolinea il dottor Preiti- bisognerà ripresentare i nostri alberghi più competitivi di prima, più digitalizzati, rinnovati, brillanti”. Il terzo passaggio sarà quello del rilancio della domanda, secondo l’economista non sarà sufficiente puntare sul nostro straordinario patrimonio artistico, culturale e paesaggistico, ma bisognerà “scardinare”la paura facendo percepire che il territorio rimane tranquillo e le strutture affidabili.
Sul rinvio del pagamento dei rati di mutui e delle tasse il governo ha già dato delle risposte, rimane il problema della liquidità alle imprese, per poter ripartire che, per l’economista potrebbe risolversi versando a fondo perduto il 10% del fatturato dell’anno 2018, considerato che del 2019 ancora non si conosce compiutamente. Tale dieci per cento si aggirerebbe per il settore alberghiero, sui dati dell’anno 2017, intorno ai due miliardi di euro, ma consentirebbe alle stesse di avere la liquidità per ripartire, considerato che gli alberghi non possono “stoccare” la merce , mentre legato ad essi vi è un indotto che giustificherebbe l’investimento da parte dello stato di due miliardi di euro.
Per quanto riguarda la ristrutturazione dell’offerta alberghiera , sono condivisibili le soluzioni che dà il nostro economista: una “campagna straordinaria di finanziamento per l’ammodernamento delle strutture “ comporterebbe anche una straordinaria domanda aggiuntiva per le imprese italiane del mobile, del design e dell’impiantistica, ma anche la “creazione di una struttura per la prenotazione digitale in grado di costituire un’alternativa allo strapotere delle varie piattaforme digitali e la liberalizzazione della gestione alberghiera, permettendo tutti gli adeguamenti e diversificazioni (camere, ristorante, etc.) comunque in armonia con le leggi urbanistiche”.Anche gli affitti brevi dovranno essere regolamentati facendoli uscire dal sommerso.
Applicando questi metodi e questo soluzioni, Antonio Preiti è convinto che “avremo un rilancio della nostra industria dell’ospitalità. Non torneremo come prima, ma migliori di prima.” Ai potenziali ospiti andrà poi consentito, per esempio, di avere un “credito sulle ferie, o di non conteggiare quelle ferie nel cumulo del 2020, almeno per una settimana, per non deprimere la domanda di agosto.”