Promozione sui social? È possibile, è il presente e rappresenta il futuro!

Spesso il lavoro digitale (specializzato) è vittima di pregiudizio
Spesso il lavoro digitale è vittima di pregiudizio.
Che sia di natura commerciale o turistica-territoriale, bisogna educare e far comprendere la potenza che può nascere da uno smartphone.
Chi lavora nel campo dei social deve, spesso e quotidianamente, “combattere” contro il pregiudizio che vede chi lavora con qualcosa di non materiale, ma digitale, praticare più un hobby, una passione, piuttosto che un lavoro vero e proprio e soprattutto (ben) retribuito.
Social: arma potente e incompresa
Ma in questo articolo aprirò una riflessione su quanto possa essere potente un mezzo come Facebook, Instagram, Twitter, YouTube e anche Tik Tok.
Sono tantissime le aziende che hanno captato l’enorme vantaggio del mezzo social e che stanno investendo fior di quattrini in sponsorizzazioni e soprattutto in figure come Social Media Manager.
Seppur è vero che lo stesso Stato ancora non riconosca appieno questo lavoro come valore aggiunto, i social stessi invece tendono a premiare coloro che sono ormai definiti content creator (creatori di contenuti) che realizzano veri e propri mini-spot ogni giorno.
Io stesso, ad esempio, ho concluso da poco e per la seconda volta – grazie a IgersItalia – una partnership con Valigeria Roncato che ha deciso di utilizzare content creator come me, per pubblicizzare i loro prodotti Made in Italy, mescolando la promozione commerciale con quella turistica (visto che i contenuti sono stati realizzati a Pizzo Calabro e la prima campagna a Tropea).
Infatti, la sfera della promozione non riguarda solo il punto di vista commerciale ma anche quello turistico.
Promuovere ad esempio un territorio via social, diventa efficace tanto quanto in passato lo era la cartellonistica e la televisione (che rimangono comunque mezzi efficaci).
Ecco che il social diventa una piccola tv che si tiene in tasca e si porta ovunque e le amministrazioni comunali, i musei, i parchi archeologici finalmente escono dalla zona di nicchia e diventano generalisti, trasmettendo cultura a tutti.
Dunque la promozione sui social, di qualsiasi natura sia, non solo è possibile… è il presente, è il futuro!
Le figure giuste
Alcuni numeri fa abbiamo parlato di storytelling, ma anche degli influencer, degli influencer marketing e degli Ambassador.
Anche queste figure, insieme ai social media manager e social media strategist, diventano importanti e necessarie, su cui far affidamento per la riuscita di una campagna pubblicitaria, perché metterci la faccia permette quella empatia con il pubblico tanto ricercata, ancora meglio se la faccia che compare nei contenuti è conosciuta e seguita.
Insomma, pagare per lavorare sui social non è reato, valorizzare e dare il giusto valore al lavoro svolto dalle figure sopraccitate, neanche, specialmente per il fatto che quasi mai si pensa che creare contenuti richiede tantissimo tempo, impegno e soprattutto pazienza.
Esatto, pazienza.
Spesso chi non vive online, non percepisce la quantità di lavoro e di tempo e anche di soldi investiti anche in un singolo “piccolo” contenuto, che sia una foto, un video, una storia da 15 secondi.
La parola “tutto e subito” è bandita dal mondo digitale e dalla crescita sui social, perché si procede per gradi, studiando e valutando la propria utenza.
Statene certi, che i grandi risultati non si vedranno nell’immediato, come è anche vero che non si vedranno mai risultati se si ricorre al “fai da te” o comunque a qualcuno di non competente.
Questo è assodato.
Dunque, se le grandi aziende hanno capito che i social non sono da demonizzare ma da valorizzare, perché non può essere lo stesso per le piccole medie imprese locali?
Bisogna educare chi sta commissionando un lavoro sui social, il social media manager deve far comprendere che si è fatta la scelta giusta facendo capire, attraverso i numeri e una strategia vincente, che c’è posto per tutti online per poter vendere, per poter raccontare e promuovere.
Piano piano, si spera, capiranno tutti.