L’ultima fatica letteraria di Padre Salvatore Brugnano. Una biografia “colorata” di Padre Di Netta

L’ultima fatica letteraria di Padre Salvatore Brugnano. Una biografia “colorata” di Padre Di Netta

La figura del Venerabile è da ricordare e valorizzare

di P. VINCENZO LA MENDOLA REDENTORISTA

La vita dell’Apostolo delle Calabrie è presentata da Brugano in otto brevi capitoli nei quali si narrano le tappe fondamentali del suo itinerario umano e spirituale, dando uno spazio maggiore alla sua vita missionaria (capp. 4,5,6,). Quest’ultimo è presentato come l’aspetto più caratteristico della santità del Venerabile.a biografia del venerabile Vito Michele Di Netta fino ad oggi, era legata ad un testo che possiamo definire “classico”. Il pugliese A. M. Di Coste lo aveva pubblicato nel 1914, con il titolo L’apostolo delle Calabrie, Ven. P. Vito Michele Di Netta. Pur rimanendo un punto di riferimento imprescindibile per la conoscenza del personaggio, è un testo datato, ormai reperibile solo nelle biblioteche. Da quì la necessità di un lavoro, agile, sintetico e più vicino all’odierna sensibilità dei lettori, affascinati dalla brevità, dall’immediatezza e dalla qualità e varietà dell’immagine. P. Salvatore Burgnano, già noto per il suo lavoro di ricerca ed editoria

All’interno della biografia, il cap. 8 (Profilo di una santità semplice), rappresenta una interessante novità. Presenta, in modo breve ma efficace, le coordinate essenziali della spiritualità del Di Netta: La santità è possibile, La santità è un cammino, La pace si decide nella coscienza, Si è missionari col cuore (pp. 24-26). Il messaggio spirituale del protagonista, per l’autore, è di grande attualità per i cristiani del terzo millennio (p. 25), impegnati nella “nuova evangelizzazione”, auspicata e delineata nell’esortazione Evangelii Gaudium. Il suo vissuto quotidiano di “missionario popolare a tempo pieno!, viene inquadrato sullo sfondo della storia della società e della Chiesa calabrese nella prima metà dell’Ottocento. In assenza di tale cornice storica è impossibile conoscere nella sua portata ecclesiale, la proposta pastorale del protagonista. Egli, insieme ai suoi confratelli, obbedendo ad un chiaro imperativo carismatico, opta per gli abbandonati, ossia per coloro che “sprovvisti di aiuti spirituali”, culturali e anche assistenziali, non avevano voce. Per intere comunità delle zone più interne della Calabria, isolate e irraggiungibili, la presenza dei missionari redentoristi rappresentava l’unica occasione di riscatto umano e spirituale.

Nella sua complessa e articolata trama, l’azione pastorale dei Redentoristi, di cui Di Netta è il rappresentate più emblematico, rappresenta una delle sue pagine più interessanti. gli storici che studieranno in modo specifico quella sezione della storia religiosa non potranno ignorarla. A questa lacuna storiografica in un certo senso, rimanendo nei limiti della sua succinta biografia, vuole ovviare l’autore con la seconda parte di essa, intitolata La Calabria e Tropea al tempo di P. Di Netta  (37-56), distribuita in cinque brevi capitoli. In essi l’autore delinea, in generale, il panorama storico religioso della Calabria nel secolo XIX (pp. 35-40), concentrandosi, in modo più analitico, sul contesto immediato in cui visse e operò il suo biografato, la città e la diocesi di Tropea. Egli si sofferma su la situazione sociale (pp. 49-52) e la situazione religiosa (pp. 53-55) della Chiesa locale, con un approfondimento su La Diocesi e i suoi vescovi (pp. 56-59) che apre interessanti piste storiografiche, mettendo in luce l’inadeguatezza di alcuni presuli posti alla guida pastorale di una chiesa le cui problematiche richiedevano più energia e dedizione.

Un interessante inserto fotografico (pp. 28-36), al centro del libro, costituisce una piccola guida illustrata del complesso religioso del Gesù, già collegio dei Gesuiti, luogo in cui sono custodite le memorie legate alla permanenza del p. Vito Michele (37 anni!) e alla presenza bicentenaria dei figli di sant’Alfonso, dei quali l’autore ricorda, con apposite foto, alcuni superiori Redentoristi dell’ultimo cinquantennio che hanno con la loro opera portato avanti il ricordo e la testimonianza del Venerabile (p. 36).

Il volume, curato con competenza nella sua veste grafica, è pensato principalmente per la divulgazione. La sua copertina risponde a tale istanza, presentando il protagonista in un suggestivo dipinto di Giovanni Gagliardi, conservato a Roma nella Casa Generalizia dei Redentoristi. Uno dei suoi indiscussi pregi è l’abbondanza di materiale iconografico, disseminato tra le sue pagine: foto, immagini, ritratti, cartine geografiche, stemmi che rendono piacevole la lettura e consentono di entrare in contatto visivo con i luoghi e i personaggi che la

popolano.  appare evidente che l’immagine non è inserita a scopo meramente illustrativo e con intenti decorativi, ma è accuratamente selezionata e collocata

nel testo per il suo valore di documento storico, finalizzato a rendere viva la narrazione e a stimolare l’interesse del lettore, il quale trova esaurienti didascalie che aprono ulteriori finestre di conoscenza su argomenti collaterali alla narrazione e complementari ad essa. Scorrendo le pagine del libretto si ha la sensazione di fare un viaggio nel passato e di trovarsi di fronte ad un personaggio vivo. E’ l’eterna contemporaneità dei santi, mai fuori moda, sempre capaci di suscitare nuovi stimoli e di trascinare con la loro radicalità profetica.

 

Redazione

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