L’amministrazione Giuliano commenta i motivi dello scioglimento e annuncia il ricorso al TAR

pino-giuliano1Il già sindaco Pino Giuliano ha commentato i motivi, contenuti nelle relazioni del Prefetto e in quella del già Ministro Angelino Alfano, che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale di Ricadi e ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso contro il decreto presidenziale. Lo ha fatto in una conferenza stampa, tenutasi presso l’Hotel “La Bussola” di Capo Vaticano, insieme ad alcuni esponenti della sua amministrazione tra cui il già vicesindaco Vera Carone e gli ex assessori Francesco Pantano, Francesco Giuliano e Francesco Mazzitelli, non ultimo il rappresentante della lista “Ricadi Libera” che dal Novembre 2011 ha sostenuto la maggioranza, Nicola Tripodi.

Gli amministratori hanno subito dichiarato: «Abbiamo voluto organizzare questa conferenza stampa per il grande interesse che i giornali hanno nei confronti del territorio di Ricadi e per fare chiarezza. Siamo qui perché abbiamo dato l’anima per rendere Ricadi un Comune all’avanguardia in termini di servizi, cultura, civiltà e non possiamo accettare passivamente che venga sciolto per mafia». L’ex primo cittadino ha inoltre aggiunto: «Fermo restando il rispetto per le forze dell’ordine e le altre istituzioni impegnate nel contrasto alla ‘ndrangheta pensiamo che il provvedimento di carattere amministrativo proposto dall’Ex Ministro Alfano sulla base della relazione dei funzionari della Prefettura di Vibo sia un atto che ha lasciato ampi spazi di discrezionalità interpretativa e pertanto a nome della mia amministrazione, della comunità che rappresentiamo e a nome di tutte le famiglie che lavorano e vivono in questo territorio abbiamo il diritto-dovere di difendere le nostre ragioni attraverso gli organi preposti, il TAR del Lazio e il Consiglio di Stato».

A proposito delle relazioni prodotte dagli organi del Governo, Giuliano e gli altri amministratori hanno dichiarato di non ravvisare «alcuna circostanza che risponda ai criteri di “univocità e concretezza” richiesti dalla legislazione vigente in materia di scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose». Il già sindaco ha spiegato: «Nelle relazioni non vengono prodotti elementi fattuali che provino il sostegno di alcuna cosca alla nostra lista, al contrario vengono citati precisi elementi per dimostrare che l’elezione a consigliere di uno dei candidati a sindaco è stata sostenuta dalla cosca dominante».

Abbiamo chiesto  all’ex primo cittadino di chiarirci le circostanze esposte nella relazione ministeriale che presentano riferimenti diretti alla sua persona.  E’ il caso delle «cointeressenze con una ditta che beneficia dei favori dalla locale  cosca intervenuta nei lavori per la realizzazione di un importante  complesso immobiliare” ed alla “assunzione  di un familiare del capo indiscusso della locale ‘ndrina presso una  struttura turistica di cui il primo cittadino e’ titolare».

La risposta di Giuliano è stata la seguente: «preciso che la ditta in questione ha semplicemente fornito il cemento per la realizzazione del  Capo Vaticano Resort e che da accertamenti effettuati la stessa risulta essere in possesso di regolare certificato antimafia rilasciato dalla Prefettura. Per quanto riguarda la vicenda relativa alla presunta assunzione di una persona legata alla mafia, vorrei precisare che per il mio lavoro ho a che fare con circa 300 nuclei familiari per le assunzioni, i fornitori, i prestatori d’opera. Chiedo che mi facciano sapere qual è questo dipendente e poi preciso che la predetta struttura turistica sin dalla sua realizzazione è stata gestita da altre società, prima la Hotel Philosophy di Rimini, poi la società francese Accor».

Con riferimento alle censure indirizzate dalle relazioni all’attività amministrativa, gli esponenti della compagine guidata da Giuliano hanno fatto sapere di voler smontare punto per punto in sede di ricorso  tali motivazioni perché – dichiarano – «ci sentiamo di aver operato bene nonostante fossimo alla prima esperienza amministrativa, ma ci siamo mossi esattamente in direzione del buon andamento e dell’imparzialità dell’amministrazione».

ALCUNE DELLE QUESTIONI EVIDENZIATE DALLE RELAZIONI

Per quanto riguarda la situazione relativa al bilancio gli amministratori hanno spiegato: «abbiamo attuato politiche che hanno portato alla scoperta di centinaia di evasori, situazione che negli anni non era emersa; tra i diversi atti prodotti dalla nostra amministrazione  vi è anche una transazione che ci ha permesso di ridurre da circa 64.000 euro a 35.000 il compenso previsto per un patrocinio legale (deliberato dal commissario prefettizio che ci ha preceduto) con conseguente risparmio per le casse dell’Ente; quando ci siamo insediati abbiamo trovato una situazione di forte dissesto che abbiamo affrontato con l’intento di risollevare le sorti di questo Comune che non meritava di finire in bancarotta».

Inoltre,  il sindaco ha aggiunto: «Dal punto di vista del funzionamento della macchina burocratica, come previsto dal nostro programma, abbiamo puntato alla riorganizzazione degli uffici e se abbiamo fatto ricorso a consulenze di esperti esterni, ciò è dovuto al fatto che vi erano delle palesi lacune che frenavano il buon andamento dell’amministrazione. Bisogna anche ricordare un fatto: la nostra amministrazione ha sopperito ad una brave carenza nell’organico della Polizia Municipale. Abbiamo proceduto alla nomina di un Comandante in luogo di un responsabile tecnico a cui erano state affidate queste funzioni».

Altro punto cruciale è quello relativo alla redazione del Piano Spiaggia: «Il piano spiaggia di fatto non esisteva, contrariamente a quanto asserito nelle relazioni. Si trattava soltanto di una trascrizione di un piano esistente. In alcuni punti venivano addirittura citate spiagge non presenti nel nostro territorio, ma in quello di Parghelia. Noi non abbiamo fatto ricorso a questo strumento per favorire chissà quali interessi, ma per legarlo ad altri due atti importanti: Il Piano Strutturale Associato e il Pisl dedicato alla valorizzazione del waterfront. Tra l’altro convocai i progettisti che avevano redatto la bozza preesistente e mi chiesero di ricevere un altro incarico con conseguenti altri oneri a carico dell’Ente. Io rifiutai e decisi di affidarlo ai nostri uffici»

Anche l’ex Vicesindaco Vera Carone si è difesa dalle censure presenti nelle relazioni:«La società che si occupa dell’affidamento dei cani randagi ha ottenuto appalti da questo Comune sin dal 2002, ma nel 2010 l’ultimo contratto era già scaduto. Si è provveduto a fare una gara, ma andò deserta quindi la precedente amministrazione decise di prorogare questo servizio obbligatorio per legge. Noi abbiamo nuovamente prorogato il servizio, salvo poi fare una nuova gara con importi maggiorati perché la precedente era andata appunto deserta. Specifico che la ditta che ha ottenuto l’appalto è in possesso di regolare certificato antimafia ed è risultata aggiudicataria, anche nel 2013, di appalti banditi da comuni in cui sono presenti commissioni straordinarie come Briatico e San Calogero. Non vedo quindi alcuna illegittimità in questi atti».

In attesa che venga prodotto il ricorso e che vengano affrontati punto per punto tutti i complessi nodi di questa vicenda, la chiusura della conferenza è di natura prettamente politica.

LE DICHIARAZIONI DI NICOLA TRIPODI (Ricadi Libera)

Nicola Tripodi, rappresentante della lista “Ricadi Libera”, componente dell’amministrazione Giuliano, ha dichiarato: «Il provvedimento ha un sapore prettamente politico che penalizza l’intero territorio e la comunità ricadese. Questa amministrazione aveva operato una totale inversione di tendenza, aveva introdotto un modo nuovo di amministrare e fare politica. Cadono le speranze di quei giovani imprenditori che proprio nei giorni scorsi attraverso una missiva ai giornali lamentavano la fine della “primavera ricadese”.

Tripodi ha chiosato: «Probabilmente e paradossalmente il Comune di Ricadi è stato sciolto perché non aveva consentito l’ingresso alla mafia. E’ stata sicuramente una partita politica che vede come vincitrice la mafia e come perdente il Comune. Nessuno mi vieta di chiedermi, alla luce dei fatti e delle circostanze e della relazione inviata dalla Prefettura di Vibo con esplicita richiesta di scioglimento di tutti i comuni oggetto di commissione di accesso, se sia stata applicata la stessa legge o se la legge in realtà non sia uguale per tutti.

LE DICHIARAZIONI DI PINO GIULIANO (Ricadi Rinasce)

L’ex sindaco Pino Giuliano ha invece dichiarato: «Innanzitutto mi corre l’obbligo di ringraziare il senatore Alfredo D’Attorre, Vittorio Sgarbi ed il senatore Francesco Bevilacqua per le dichiarazioni rilasciate in segno di vicinanza. Poi, sulla base delle dichiarazioni rilasciate dai senatori D’ascola e Caridi del NCD in merito alla proroga della commissione straordinaria a Reggio (i due senatori parlavano delle possibili pressioni esercitate sul Ministro Alfano da parte del Pd per disporre tale proroga) chiedo al Ministro e ai due senatori se ci sono state e quali sono state le pressioni politiche che possono aver condotto allo scioglimento di questo Comune».

Infine il già primo cittadino ha concluso: «Continueremo a combattere con la stessa determinazione con cui abbiamo gestito il Comune di Ricadi in quanto per le nostre persone, per quello che facciamo, per le famiglie di questo territorio abbiamo l’obbligo e il dovere di portare avanti questa battaglia per la verità in quanto siamo sempre più convinti che questo scioglimento non è altro che una vile aggressione politica perpetrata ai danni di un’amministrazione che ha dato prova con i fatti che le cose in Calabria possono cambiare»-

Francesco Apriceno

Redazione

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