LA VITA DOPO UN GRANDE DOLORE – La storia di Tiziana Lombardo e Antonio Libertino

Vi ricordate la nostra nuova rubrica online che racconta le storie del territorio?  Siamo giunti al secondo appuntamento  in cui vi racconteremo la storia di Antonio Libertino, originario di Tropea, e Tiziana Lombardo, originaria di Paravati, entrambi residenti a Santa Domenica di Ricadi da diversi anni.
Antonio Libertino in una foto di Stefano Scordo
  1. “Possa la morte di qualcuno avere almeno il significato di salvare la vita di altri.” Ci puoi spiegare il significato di questa frase, presente su tizianalombardo.it e sul libro?

La frase appena citata ha tantissimi significati, tanti quanti sono i destinatari di questo Amore che genera Amore. Credo che la storia giusta al momento giusto possa anche salvare la vita di una persona. Persino una morte tragica può avere il significato di salvare la vita di altri, magari facendo prendere consapevolezza di ciò che può accadere in alcune situazioni, oppure aiutando qualcuno ad affrontare il dolore per la perdita di una persona cara.

Per me, che ho perso la persona speciale che avevo scelto come compagna di vita, quella frase può, paradossalmente, essere da stimolo a fare del mio meglio nel momento presente, perché credo che, nonostante gli errori che umanamente potrò ancora commettere, sia meglio che io faccia dei costanti piccoli passi verso una vita degna di essere vissuta, nonostante la grave perdita subita.

Alle donne in dolce attesa, ciò che è accaduto a mia moglie, che si può leggere nei dettagli nella parte iniziale del libro pubblicato qualche mese fa, può permettere di prendere consapevolezza di ciò che potrebbe succedere nel momento in cui una nuova vita viene al mondo, impedendo loro di sottovalutare dei segnali importanti come quelli che la mia Tiziana ha avuto già subito dopo il parto.

Per i medici e gli operatori sanitari, indipendentemente da ciò che sarà accertato dalle indagini ancora in corso, quella frase può anche avere il significato di farli riflettere sull’importanza del ruolo che svolgono, ruolo da cui dipendono letteralmente la vita e morte delle persone, stimolandoli ad agire con l’attenzione e la tempestività che la loro professione richiede, facendoli diventare, persino in seguito alla morte di qualcuno, dei professionisti migliori.

 

  1. Che cos’è per te la speranza? E che cos’è per te il coraggio?

La speranza per me è quella che ho voluto dare a mia moglie fino all’ultimo momento trascorso con lei, perché, sembrerà banale, finché c’è vita c’è speranza. La speranza per me è anche quella che invece non ho potuto dare al nostro figlio maggiore, che all’epoca dei fatti aveva da poco compiuto 5 anni. Non ho potuto e voluto dare alcuna speranza a chi aspettava di rivedere la sua cara mamma e di ricevere da lei ancora tanto altro amore, perché l’avevo vista con i miei occhi: avevo appena baciato il guscio di Tiziana che giaceva senza vita su un tavolo operatorio. Niente e nessuno avrebbe potuto restituirgli quella presenza e quell’amore, ecco perché ho dovuto dirgli che la sua mamma era andata in cielo, standogli poi vicino per permettergli di esprimere pienamente le sue emozioni.

Non so se definirei coraggio quello che ho avuto in quei momenti, ma so di aver fatto ciò che era meglio fare in base alle possibilità che avevo. Ho scelto di dargli quella notizia proprio quando eravamo tutti lì e credo, col senno di poi e a distanza di nove mesi, di aver fatto la cosa migliore per la sua salute psicofisica.

Allo stesso modo, non so se definirei coraggio quello che ho fatto la mattina dopo, andando a denunciare nei dettagli ciò che a mio modo di vedere doveva essere valutato dalla Magistratura al fine di far luce sulle circostanze in cui è avvenuta la morte di Tiziana. Anche se qualcuno dall’esterno crede che io sia stato coraggioso a farlo, dall’interno non me ne sono reso nemmeno conto, perché ho fatto ciò che ho ritenuto giusto, per mia moglie e per noi tutti.

 

  1. Cosa ti sta aiutando ad affrontare la vita dopo il grande dolore provato? Il disegno e la scrittura ti sono stati d’aiuto?

Prima di tutto, la presenza di Tiziana continua ad essere in ogni cosa che mi circonda e la sento nei nostri figli, quei doni speciali di cui mi ha reso orgoglioso e di cui, fortunatamente, posso continuare a prendermi cura, anche grazie all’insostituibile aiuto delle nostre famiglie. Negli anni trascorsi insieme, mia moglie mi ha insegnato tanto e cerco di farne tesoro, concentrandomi più che posso sulla fortuna di averla avuta nella mia vita, invece che sulla sfortuna di averla persa.

L’audio di alcune riflessioni di Antonio dopo la lettura del libro “La vita dopo un grande dolore” https://goo.gl/9e7bwc

In più, da almeno 8 anni pratico regolarmente degli esercizi – tra cui la meditazione – che mi hanno spesso permesso di mantenermi relativamente sereno in diverse situazioni di grande stress. Non so se sia dipeso dagli anni di questa pratica, o da qualcosa di altrimenti inspiegabile razionalmente, ma quella sera, dopo aver chiesto se mia moglie ce l’avesse fatta e non ricevendo la risposta che avrei desiderato, sono riuscito a mantenere la calma e la lucidità per ascoltare quei tragici dettagli e porre le domande giuste per avere i chiarimenti necessari a capire ciò che era successo. All’alba delle mattine successive alla morte di Tiziana ho ricominciato a praticare, piangendo a dirotto, quegli stessi esercizi e credo che mi abbiano aiutato a non impazzire per il dolore.

La lettura, che mi accompagna da sempre, mi ha fatto prendere consapevolezza di ciò che stavo attraversando. Tra i tanti libri letti, anche in questi mesi, “La vita dopo un grande dolore” di R. Moody jr. e D. Arcangel mi ha dato la possibilità di prendere parte al modo in cui tante altre persone hanno affrontato il lutto, alcune raggiungendo col tempo una sorta di ristabilimento, altre trascendendolo, cioé rinascendo spiritualmente dopo essere scesi “nella più profonda valle del dolore, cosa che alcuni superstiti non sono disposti o capaci di fare”.

La storia di Alex Zanardi dalla viva voce di Antonio https://goo.gl/m2WRwK

 

La scrittura e il disegno mi hanno permesso di esprimere pienamente le mie emozioni più profonde, riviverle, elaborarle e ristrutturarle attivamente. Mettere per iscritto le mie libere associazioni, accompagnarle con dei disegni e raccontare a voce alta le storie che mi tornavano in mente, tutto questo mi ha permesso di sentirmi meglio relativamente presto e di ricominciare a sorridere, a ridere, e a riprendere in mano dei progetti lasciati in sospeso prima di quel tragico 5 gennaio.

 

  1. Qual è un messaggio che vuoi lasciare a chi, come te, ha subito una perdita così grave?

La psicoterapeuta Annalisa di Muzio, nella presentazione del nostro libro (Tiziana – Amore che genera Amore, Meligrana Editore), ha scritto qualcosa che ritengo possa essere d’aiuto per prendere consapevolezza di come si reagisce alla perdita di una persona cara: “Tutti, chi più chi meno, abbiamo subito perdite, lutti, e arduo è il compito di elaborarli. Spesso, davanti al dolore, abbiamo vari modi di reagire: in ognuno di questi casi si sopravvive al lutto e si anestetizzano tutti gli altri sentimenti con gravissime conseguenze per la propria crescita umana, per la propria evoluzione interiore e per le proprie relazioni. Si perde tanta vita e una parte di noi, forse la più bella, muore con l’altro, come se non ci fosse permesso continuare a vivere senza lui o senza lei”.

La vita, invece, continua anche senza lui o senza lei e la persona che ci ha lasciato sarebbe sicuramente felice di vederci stare bene nonostante la sua assenza. Perciò, non possiamo fare altro che onorare quel dono prezioso che è la vita stessa, nonostante gli eventi tragici che possono colpirci. Sta a noi fare ogni giorno quei piccoli passi che ci permettono di rialzarci e vivere al meglio delle nostre possibilità. E possiamo farlo mentre viviamo il presente, onoriamo il passato e progettiamo il futuro.

 

Carmelina Pontoriero

Carmelina Pontoriero

Collaboratrice per il bimestrale "Informa". Laureata in Scienze dell'Educazione. Molto attiva nel campo dell'associazionismo. Fa parte dei Volontari della Croce Rossa, del gruppo "Pedagogia della R-Esistenza" attivo presso l'UniCal e degli Amici di Pino Masciari

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