Joppolo. Frà Carmelo Falduti, una figura caritatevole da valorizzare

Lo scorso 17 maggio 2019 la Giunta Comunale di Joppolo, oltre ad istituire il “Cammino di Frà Carmelo” che corrisponde al percorso che Frà Carmelo compiva da Caroniti a Joppolo e viceversa quando andava a questuare, ha deliberato di “creare” una pagina web per la raccolta di notizie e testimonianze sulla vita e l’opera di Frà Carmelo Falduti utili a completare la sua biografia.
Il primo intervento registrato è quello dell’ex sindaco di Joppolo Libero Vecchio il quale da diversi anni è impegnato per il riconoscimento dei meriti e delle virtù di Frà Carmelo Falduti fondatore del Santuario di Monte Poro dedicato alla Madonna del Carmelo.
Il lavoro di Vecchio, denso di contenuti, è reso ancor più interessante da considerazioni e riflessioni personali, articolato nel contesto storico, socio-economico, geografico e antropologico del tempo in cui visse Frà Carmelo e agganciato, con interessanti riferimenti storici, ad eventi del passato che hanno segnato il territorio.
La combinazione di tutti questi fattori aiuta a capire l’importanza e la validità dell’opera compiuta da Frà Carmelo al quale va anche il riconoscimento, in sede civile, di aver riscattato il Poro dalla triste nomea di territorio di briganti e di averlo riportato alla sua originaria identità di terra fertile e produttiva ma anche benedetta da Dio perché nei luoghi cari a Frà Carmelo nacque nell’anno 258 San Gennaro.
Grazie a Frà Carmelo oggi l’identità territoriale del Poro è simboleggiata da un luogo di fede, di preghiera e di accoglienza: il Santuario dedicato alla Madonna del Carmelo.
Vecchio pone l’accento nel suo lavoro su alcuni aspetti particolarmente significativi della vita di Frà Carmelo: “Il sogno e la visione della Madonna, la scelta di vita, la questua e la peregrinazione, le realizzazioni materiali, il patrimonio spirituale, i miracoli”.
La visione della Madonna era il punto cardine, basilare della narrazione di Frà Carmelo perché dalla visione inizia il nuovo percorso di vita del “pastore di Caroniti”.
Il popolo gli ha sempre creduto e tutti erano certi che il filo conduttore del percorso di vita, che Carmelo aveva intrapreso, era la Madonna.
Per la sua bontà, per il comportamento caritatevole e amorevole Frà Carmelo era, già in vita, in considerazione di santità.
Anche se dopo la sua morte il suo nome era ricorrente nei panegirici tenuti nei giorni della festa in onore della Madonna del Carmelo ed era citato più volte persino nella novena, la chiesa mai si è ufficialmente espressa sulle sue virtù e sui meriti.
Vecchio fa riferimento ad un documento di cui, a suo giudizio, mai è stata valutata l’importanza perché letto e considerato solo sotto l’aspetto commemorativo.
Il documento richiamato è la necrologia di Frà Carmelo pubblicata nel Bollettino ecclesiastico della diocesi di Nicotera e Tropea “IGNIS ARDENS” anno VIII maggio 1930 n. 5 (mese ed anno della morte di Frà Carmelo).
Vecchio innanzitutto mette in risalto che il Bollettino ecclesiastico “non è la voce isolata di un sacerdote o di un laico devoto della Madonna o di un estimatore di Frà Carmelo che esprime le sue considerazioni personali. Il Bollettino ecclesiastico è la voce di tutta la Chiesa della Diocesi che contava alla data 6 maggio, morte di Frà Carmelo, un centinaio di parrocchie, circa 150 sacerdoti, gli autorevoli capitoli delle cattedrali di Nicotera e Tropea, l’affollato seminario vescovile di Tropea illuminato all’epoca dalla santità di Don Mottola”. Tutti, contemporanee e testimoni “oculari” della vita e delle opere di Frà Carmelo, guidati da uno dei più saggi e venerati vescovi che la diocesi abbia avuto: Felice Cribellati.
Tanti gli elementi significativi che Vecchio individua nel testo della necrologia che potrebbe essere il documento base per il procedimento di riconoscimento dei meriti e delle virtù di Frà Carmelo.
Per prima cosa rileva che il documento della chiesa diocesana, anche se non in forma diretta, assume a certezza il sogno e la visione che “Carmelo, il povero pecoraio della vicina Caroniti, ha della Madonna”.
Si legge infatti nella necrologia: “Alla voce soave e materna della Vergine Santissima chiamava al suo servizio… Lasciava tutto e tutti per dedicarsi tutto e solo alla Santa Madonna”.
Ancora la necrologia racconta ed elenca le opere realizzate da Frà Carmelo: “Acquistava circa 20 mila mq di suolo e costruiva una bella chiesa con attiguo ospizio; e l’una e l’altra corredava convenientemente, un boschetto, una ricca fontana…”
Con le offerte raccolte “peregrinando di paese in paese vicino e lontano con… il sorriso sulle labbra e la fede nel cuore”.
È una ricognizione, quasi un inventario dei beni, del patrimonio consegnato alla chiesa locale con la “certificazione” che tutte le opere sono state realizzate da Frà Carmelo.
È una specie di dichiarazione “a futura memoria” dell’autore della necrologia che da persona colta quale dimostra di essere, sapeva che gli uomini hanno, a volte, la memoria corta.