Intervista alla nuova dirigente dell’I.C. di Ricadi, Rosaria Fiumara

«Una realtà stimolante e che richiede molto impegno»
Incontriamo la nuova dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Ricadi, Rosaria Fiumara, che, nonostante la sua giovane età, vanta già una esperienza ed un curriculum di tutto rispetto.
Si è laureata nell’anno 2005 a Messina in Lettere moderne, con il massimo dei voti e la lode; già dall’anno seguente ha iniziato a svolgere l’attività di docente nella nostra provincia e, successivamente, in Alto Adige.
Una provincia autonoma che le ha consentito di acquisire una importante base formativa considerato che, come lei ci ha detto, questa provincia investe molto nell’istituzione scolastica.
Nel 2012 vince il concorso a cattedra e, dopo pochi anni, passa di ruolo come insegnante di Lettere nei licei.
Dopo aver superato il concorso per diventare preside, infine, nel 21-22 è dirigente a Iglesias presso Istituto Magistrale “Baudi Vesme”.
Che realtà scolastica ha trovato a Ricadi? Dal punto di vista della classe docenti, degli studenti e della didattica.
«La realtà scolastica in cui mi sono imbattuta é stimolante ma richiede molto impegno.
L’Istituto gravita su due comuni dove sono presenti dieci plessi e tre ordini diversi di scuola; é chiaramente una realtà molto complessa ma costituita da una comunità educante presente e collaborativa.
I docenti dell’I.C. Ricadi sono motivati, pronti alle sfide, assai degni della qualifica professionale a loro attribuita e provo per loro grande stima e ammirazione.
Sin dal primo giorno mi sono sentita supportata e accolta e il rapporto instaurato é oltremodo proficuo. Sia io che le famiglie ci fidiamo dei docenti e del contributo da questi offerto in campo pedagogico.
Confido altresì che si avrà modo di perfezionare il contributo della didattica, scienza che deve sempre essere in evoluzione per il bene degli studenti».
Lei proviene da un istituto della Sardegna. Che differenza ha notato con la scuola dove presta servizio attualmente?
«In Sardegna fui chiamata a dirigere un Istituto Magistrale quindi l’esperienza fu ben diversa.
Sono un professore di Italiano e Latino nei licei per cui mi sono sentita subito a casa e devo dire che anche le problematiche da affrontare e i gli obiettivi da realizzare sono differenti.
Arrivata presso l’IC Ricadi però mi sono resa conto che le sfide davanti alle quali venivo messa, giorno dopo giorno, mi facevano affrontare questo lavoro con ancora più passione ed entusiasmo.
I rapporti con le famiglie sono più intensi, le responsabilità si moltiplicano ma ti rendono più consapevole e attento».
C’è qualche esperienza particolare che lì ha potuto fare e che vorrebbe proporre nella sua scuola?
«A questa domanda rispondo con ironia e spinta dall’ affetto che oramai nutro per quella terra… un’ esperienza che ho realizzato lì e che vorrei proporre a Ricadi é un viaggio d’istruzione in Sardegna, alla scoperta delle sue tradizioni e di bellezze paesaggistiche ineguagliabili.
A questo proposito aggiungo che mi sto adoperando, affiancata da una nuova Funzione Strumentale da me istituita a settembre, al fine di far ripartire visite guidate e viaggi d’istruzione.
Ritengo che queste esperienze, annientate dal Covid, siano, invece, linfa vitale per gli studenti e realizzazione concretamente preziosa di contenuti didattici appresi tradizionalmente».
Ritiene che si possa operare su progetti comuni con gli istituti comprensivi di altri comuni vicini della nostra costa?
«Assolutamente sì, sono già operative delle Reti di scopo con l’I.C. Tropea Don Francesco Mottola per un progetto MI Piano delle arti che vede la cooperazione di altri due IC del reggino.
Appena arrivata, ho fortemente voluto questa cooperazione.
I docenti dei quattro istituti hanno lavorato a questo progetto che mette in evidenza la bellezza delle arti (musica, artigianato, pittura, scultura).
La rete da noi istituita è stata tra le pochissime reti approvate in Calabria e questo è motivo di grande orgoglio per noi dirigenti e docenti coinvolti.
Con l’I.C. di Tropea ci si attiverà anche in azioni di mediazione linguistica, per l’utenza ucraina che nel nostro istituto é sempre in crescita, e azioni di formazione e supporto docenti per contrasto Burnout».
Come è cambiata la scuola, i programmi ed ragazzi da quando lei era studentessa ad oggi?
«La scuola è molto cambiata e sono cambiati i docenti. Io ho sempre lavorato, da docente e da DS, inserendo, tra i miei contributi ai ragazzi, ciò che della scuola del passato ritenevo non si dovesse perdere come il rispetto e la fiducia verso i docenti, lo studio impegnato e costante.
Della scuola del presente amo tutto lo straordinario potenziale che la tecnologia può offrire e prego sempre i docenti che lo possano sfruttare al massimo, non trascurando io stessa di investire nella loro formazione».
Che progetti e lungo quale linea educativa si muoverà l’istituto che lei dirige?
Ho tante idee da realizzare e spero soprattutto che i fondi del PNRR possano aiutarmi a concretizzare progetti importanti che riguardano il contrasto alla dispersione scolastica e il potenziamento delle più moderne tecnologie.
Spero di poter, in collaborazione con l’ente locale, apportare migliorie strutturali ai plessi, soprattutto per quel che attiene la creazione di spazi utili agli alunni per praticare attività motorie.
Ha qualche problematica da segnalare alle autorità comunali nell’ambito di loro competenza?
Il rapporto con gli enti locali é stato sin da subito intenso e proficuo.
Scuola e Comune vogliono la realizzazione dello stesso obiettivo: il benessere dei cittadini per cui si deve collaborare quotidianamente allo scopo di minimizzare i disagi della comunità.