Fase due: il turismo dopo il Coronavirus.

1)Secondo lei quando e come dovrebbe finire la fase uno?
Se il trend dovesse essere ancora quello cui stiamo assistendo in questi giorni , che registra una diminuzione del numero dei contagi, credo che, verosimilmente, il quattro maggio ciascuno potrà essere libero di muoversi, naturalmente adottando le opportune precauzioni che saranno dettate.Da questo punto di vista sono ottimista.
2) Che ricadute sta avendo sul settore turistico questa terribile epidemia?
Ragionevolmente credo che questa crisi per il settore del turismo sia la più grave della nostra storia, persino durante la guerra gli alberghi erano aperti.Partiamo dal quadro generale: il fatturato complessivo degli alberghi italiani è di circa 20 miliardi di euro all’anno, credo che possiamo parlare, nell’anno 2020, di una perdita del 60% del fatturato; si stima quindi una perdita di circa 12 miliardi di euro. Probabilmente nessun settore è danneggiato quanto il turismo. Ho l’impressione che il ritorno alla situazione con un fatturato pari a quello pre crisi si avrà 18 mesi dopo il picco del contagio.

Economista
Ad oggi abbiamo la necessità di salvare le aziende e incentivare la domanda. Le aziende hanno bisogno di liquidità per ripartire e, grazie ai provvedimenti del governo, avranno il credito necessario.Incentivare la domanda, passa poi dal miglioramento dell’offerta, per cui gli alberghi dovranno impegnarsi su questo fronte con un rinnovamento delle strutture e degli impianti.
3) Molti si preoccupano dell’ imminente stagione estiva, alcuni la danno già per persa. Cosa ne pensa al proposito?
Tutto dipende dall’andamento della epidemia, stando ai dati attuali, se venissero confermati anche nel mese di maggio le attuali tendenze , verrà meno il vincolo sanitario e rimarrà da affrontare solo il blocco psicologico che rimane in ognuno di noi.Distinguiamo le attività alberghiere che lavorano tutto l’anno da quelle stagionali. Le prime hanno già subito una perdita consistente, in quanto non hanno clientela già dal mese di febbraio, Riferendomi , invece, alle attività stagionali, distinguerei a seconda che la stagione turistica possa ricominciare, ad esempio , il primo giugno, o il primo luglio oppure il primo agosto.
Se dovesse riprendere in giugno avremo una perdita meno consistente rispetto all’ipotesi in cui il turismo riprenda in luglio. Posso ipotizzare una perdita fra il 30 ed il 50%, nel primo o nel secondo caso. Diversamente se il turismo dovesse riprendere a fine luglio, primi di agosto, a quel punto la situazione diventerebbe drammatica.
Ragionando sempre con i dati che abbiamo oggi, credo che sarà più importante la percezione che avranno le persone che non le regole che saranno dettate. Tutto dipende da ciò che avverrà nel mese di maggio e da come si evolverà la situazione, fino a raggiungere, si spera, i zero contagi.
4) Nella prospettiva di una ripresa, secondo lei, come dovranno regolarsi i privati ed il pubblico?
Ritengo che gli operatori turistici nei loro bar, pizzerie, ristoranti, alberghi e lidi balneari dovranno far percepire all’ospite la continua pulizia e sanificazione dei locali. La gente, anche se non sarà sporco, avrà bisogno di essere rassicurata sul tema dell’ igiene.
Per quanto riguarda il pubblico, considerato che non è né necessario, né pensabile mettere la forza pubblica a controllare tutti i cittadini e gli ospiti, si dovrà fare molto appello al buon senso. Se la gente si sentirà tranquilla perché i contagi sono a zero, tutti saranno più sereni. Certamente non vi saranno, come non vi sono neanche oggi, contatti fisici fra le persone; si cercherà di mantenersi a distanza gli uni con gli altri.Questo perché i comportamenti già da oltre un mese sono cambiati. Ho grande fiducia nel singolo. La gente non è folle. Se percepirà un pericolo si guarderà bene dal correrlo. In linea di massima non credo che nelle località turistiche ci sarà il pienone degli scorsi anni, qualora dovesse esserci , significherà che la gente non percepisce alcun pericolo e sarà meglio così.
(Saverio Ciccarelli)