Erosione spiagge, ci risiamo… Danni, disagi, degrado e rischio

La burocrazia regionale frena l’atteso ripascimento costiero
Ancora mareggiate, ancora danni alle strutture pubbliche e private anche a Tropea come su tutto il litorale della Costa.
Il fenomeno non è nuovo, si ripete ogni anno quasi puntualmente e, certamente, è anche inasprito dai cambiamenti climatici che causano eventi temporaleschi ed alluvionali intensi.
Ma la soluzione al problema sembra tardi ad arrivare e questa volta anche i consiglieri regionali hanno chiesto un intervento risolutivo per fronteggiare il fenomeno.
Finita la bella stagione, la Costa degli Dei, specialmente nel tratto da Pizzo a Capo Vaticano, passando per Vibo Marina e Briatico, deve fare i conti con la forza del mare.
Quello stesso mare che d’estate porta ricchezza, nella stagione delle piogge porta danni e disastri.
Il territorio tropeano, come gran parte della nostra regione, dal punto di vista geologico, è molto fragile tanto che, anche la rupe su cui sorge l’abitato, ha spesso bisogno di interventi di rinforzo e desta preoccupazione.
Il fenomeno dell’erosione costiera è conosciuto da diverse decine di anni tanto che basta guardare vecchie foto della spiaggia di Tropea per vedere che il mare si sta, metaforicamente parlando, “mangiando” gran parte dell’arenile.

Le mareggiate, che con questa intensità si ripetono puntualmente da diversi anni, questa volta hanno però causato danni più ingenti che, stando alle prime previsioni non ancora confermate, ammonterebbero a circa duecentomila euro, ed hanno interessato principalmente l’area vicino allo storico Lido Aretusa che è stato letteralmente distrutto.
Il vicesindaco del Comune di Tropea, Roberto Scalfari, presente sui luoghi della zona marina assieme ai volontari della protezione civile ed al personale di Polizia locale, ha tranquillizzato la cittadinanza facendo presente che i lavori di ripristino inizieranno in tempi rapidi e che è stato chiesto lo stato di calamità naturale.
Il presidente del sindacato balneari, Mino De Pinto, ha assunto una posizione ferma nei confronti della politica, ricordando che già qualche anno fa la Regione Calabria aveva garantito che sarebbe intervenuta con risorse economiche per mettere in scurezza le coste.
De Pinto, a seguito di questi ultimi eventi, ha chiesto al presidente della Regione Occhiuto di autorizzare i Comuni ad attingere a risorse già stanziate per difendere le coste.
Anche diversi consiglieri regionali hanno sollevato ancora una volta il problema della tutela delle nostre coste ed il consigliere Antonio Lo Schiavo, già nel marzo scorso, aveva sollecitato la Regione a risolvere i problemi burocratici, con una apposita interrogazione all’assessore ai lavori pubblici, Mauro Dolce, con la quale denunciava l’impasse sull’argomento da parte della Regione che “si disperde in un dedalo di competenze e pareri spesso inconcludenti.
In questi mesi nulla è cambiato: non esiste ancora un vero Piano di gestione integrata delle zone costiere e si fa riferimento unicamente al Masterplan del 2014, ormai superato dai continui cambiamenti orografici del territorio.
Neanche il Tavolo tecnico, istituito allo scopo, ha sortito effetti né risultano avviati interventi risolutivi, nonostante gli ingenti investimenti destinati al ripascimento delle coste anche da parte dell’Unione europea.
Che fine hanno fatto gli interventi in difesa del suolo a valere sui fondi Por che prevedono la messa in sicurezza di 43 chilometri di costa entro il 2023?
Qual è lo stato di impiego dei finanziamenti previsti dall’Accordo di programma quadro 2016, nonché di quelli dell’Autorità di bacino distrettuale Appennino meridionale e di quelli direttamente riconducibili alla Regione come l’Fsc o il Por?”
Queste domande, poste otto mesi fa, restano ancora oggi tristemente valide. Eppure, il Dipartimento Lavori pubblici della Regione, rispondendo all’interrogazione, aveva chiarito come vi siano a disposizione ben 108 milioni di euro per contrastare la minaccia delle mareggiate, più ulteriori 140 milioni di euro per interventi di sistemazione fluviale.
Dunque c’è da chiedersi perché molti degli interventi attesi siano ancora in fase di progettazione o solo parzialmente eseguiti.
Il mare non aspetta la burocrazia regionale e il nostro litorale viene ancora devastato dalla sua incessante azione.
Ora, di fronte alla nuova impetuosa mareggiata che ha portato distruzione lungo la costa (come a Briatico dove il porticciolo dei pescatori in attesa di interventi è stato letteralmente spazzato via con danni incalcolabili per quella marineria), non resta che correre ai ripari e inseguire l’emergenza.
Il consigliere regionale chiede che “la Regione Calabria almeno per una volta si faccia sentire rapidamente chiedendo il riconoscimento dello stato di calamità naturale per le mareggiate delle ultime ore lungo la costa tirrenica”.
La Regione dal canto suo fa sapere che, insieme al Governo nazionale, si impegnerà a mettere in campo tutti gli interventi necessari per evitare ulteriori disagi alla popolazione.