Drapia: la Cittadella di Padre Pio, un’opera dalle mille prospettive

Drapia: la Cittadella di Padre Pio, un’opera dalle mille prospettive

Presente e futuro dell’opera più importante del nostro comprensorio. Un lungo viaggio iniziato con una apparizione nel 2004 e che terminerà fra qualche anno

Un’opera grandiosa, moderna, all’avanguardia che sicuramente darà lustro alla nostra Costa degli Dei e, dai collegamenti in campo sanitario che si stanno creando, costituirà sicuramente un punto di riferimento per tutto il sud Italia.

Un nucleo urbano calato in un ambiente naturale appropriato comprendente: un santuario, un ospedale pediatrico, un centro di ricerca, centri di assistenza e un polo scolastico.

Realizzare in campo sanitario un grande ospedale in cui si cerca di alleviare la sofferenza dei malati, nel nome di Padre Pio, è una operazione ambiziosa ma che sta diventando realtà.

Il merito è senza dubbio della signora Irene Gaeta, scelta dallo stesso santo quale portatrice di questo fardello di speranza.

Partecipai qualche anno fa quale moderatore ad un incontro che Irene Gaeta tenne a Tropea, nel corso del quale raccontò quale fosse la visione che Padre Pio le aveva consegnato.

Ascoltando le sue parole mi vennero in mente mille domande e mille sensazioni.

Pensai che realizzare un’opera del genere nella nostra provincia sarebbe stato difficile ma, nel contempo, pensai che il santo di Pietrelcina, affidando questo pesante incarico a Irene Gaeta, aveva visto bene.

Scoprii in quella occasione una donna tenace, appassionata, ma nel frattempo serena circa la realizzazione dell’opera.

Per non perdermi in quelle sensazioni, ripetei a me stesso che se fosse stata effettivamente volontà divina, la cosa si sarebbe veramente realizzata, pur fra mille difficoltà.

Bene, oggi posso solo riconoscere che è stata “scelta” la persona giusta e che l’idea ed il progetto sono stati affidati in buone mani.

Ma sentiamo dalle sue parole e da quelle dell’architetto Luciano Messina, cosa prevede questa importante opera sanitaria e religiosa.

Vogliamo ricordare da quale evento prende corpo l’idea di realizzare la “Cittadella di Padre Pio” a Drapia?

Nel 2004, mentre ero intenta a rassettare la camera da letto, si presentò Padre Pio in compagnia di Gesù e mi disse: «Figlia mia, in Calabria devi fare un Santuario, un Ospedale pediatrico, un Centro di Ricerca e un Villaggio per i sofferenti, perché i bambini fin dal grembo materno nasceranno con il tumore ai polmoni, al sangue e altrove e si dovranno curare con le medicine naturali, le erbe che nascono lì e l’acqua che scorre là».

Al mio fermo tentativo di rifiutare quel gravoso compito, Padre Pio con severità aggiunse: «Devi farlo lì!», indicandomi esattamente il posto.

Quali furono i primi passi concreti?

Descrissi quanto Padre Pio mi aveva mostrato ad un giovane amico di Tropea che frequentava il nostro gruppo di preghiera, il quale riconobbe il luogo da me indicato e mi disse che in quel luogo era apparso Gesù 18 volte, dichiarandosi Re dei Re.

Immediatamente mi recai a visitare il terreno in Calabria: era tutto come Padre Pio mi aveva fatto vedere, ma il proprietario del terreno non era disposto a vendere e quindi ne comprammo un altro a poca distanza da quello, per un costo di oltre 2 milioni di euro.

L’impegno economico era notevolmente superiore alle nostre disponibilità, ma con fede, mi affidai alla Provvidenza, che non mi hai fatto mai mancare il Suo sostegno, e circa dieci anni dopo abbiamo completato il pagamento del terreno.

Una domanda che può sembrare scontata: perché proprio Irene Gaeta ebbe questa visione e perché proprio Drapia?

Fin da bambina, avendo ricevuto un’educazione familiare molto religiosa, specie durante gli eventi disastrosi della guerra, pregavo molto in famiglia.

Ma non solo, grazie ai racconti di mia nonna riguardanti la vita dei Santi, sentivo forte il desiderio di donare la mia vita al Signore.

A nove anni, dopo aver ricevuto la Prima Comunione, Padre Pio mi appare in bilocazione, e mi richiama a prestare un’attenzione maggiore al Mistero Eucaristico, mostrandomi l’Ostia che diventava Carne e il Vino che diventava Sangue e rivelandomi che “fin dal grembo materno, l’Eterno Padre mi aveva affidato alle sue mani…”

E perché proprio Drapia?

È un mistero! Il 6 agosto 2007, ero molto in pena perché il 1° settembre avrei dovuto versare circa 550.000€ quale prima rata dell’acquisto del terreno, e non avevo a disposizione questa ingente somma.

Padre Pio, per confortarmi, mi dice: “Figlia, ti rivelo una profezia. Prima che tu nascessi, l’Eterno Padre mi ha mostrato la pancia di tua madre e mi ha detto «Ti do in custodia il nascituro di quella pancia».

Io non sapevo se eri maschio o femmina.

Ho risposto all’Eterno Padre: «Sì, io prendo in custodia il nascituro di quella pancia, se Tu mi dai la Calabria, perché è una terra in sofferenza» e l’Eterno Padre me lo accordò”.

La Calabria, quindi, è un dono dell’Eterno Padre.

Che tempi ci sono voluti per giungere a questo punto dell’opera? Con quali ostacoli e con quali soddisfazioni?

•      Il 12 dicembre 2017 è stata organizzata la prima conferenza stampa alla presenza di Pubblici Amministratori, Imprenditori e rappresentanti della chiesa locale, presso lo stupendo Complesso del Valentianum, nel cuore di Vibo Valentia, per illustrare il grande progetto della Cittadella di Padre Pio.

•      Il 28 maggio del 2018, con una cerimonia alla quale hanno preso parte autorità civili e numerosi fedeli, Monsignor Luigi Renzo, il Vescovo della Diocesi di Mileto, Nicotera e Tropea, ha benedetto l’apposizione della prima pietra del primo edificio della Cittadella: Casa Accoglienza “Madonna delle Lacrime”.

•      Il 7 luglio 2019, sempre alla presenza di Monsignor Renzo, si è festeggiato la copertura del tetto.

•      Il 17 ottobre 2020, alla presenza di numerose autorità del territorio, del Rettore del Santuario dedicato alla Madonna delle Lacrime di Siracusa, Don Aurelio Russo, e di molti fedeli, con una Funzione Eucaristica celebrata dal Parroco di Drapia, Mons. Sergio Meligrana, è stato benedetto il busto della Madonna delle Lacrime, che svetta sul tetto dell’edificio. Il completamento della Casa è previsto nell’estate 2021.

Esattamente come è strutturata la Cittadella? Che servizi offrirà e come si inserirà nel contesto sociosanitario della nostra Regione?

La Cittadella di Padre Pio è un complesso di strutture dedicato alla cura e al trattamento delle malattie oncologiche pediatriche, ma è anche un centro di grande speranza e calore votato all’umanizzazione della medicina e al conforto dei sofferenti che si estende su oltre 160.000 mq di terreno.

Il progetto, realizzato dall’Architetto Luciano Messina, comprende:

•      Un Santuario con un Centro di Spiritualità situato sull’altopiano che sovrasta la Cittadella di Padre Pio e domina il golfo di Tropea;

•      Un Ospedale Pediatrico Oncologico, dotato di 280 posti letto per il trattamento delle differenti neoplasie (ematologiche, pneumologiche, sarcomi, tumori del sistema nervoso centrale), si avvarrà anche degli effetti straordinari dei principi attivi officinali, già rinvenuti nella vegetazione della zona e che saranno estratti e preparati dai laboratori di ricerca. L’Ospedale sarà dotato di attrezzature, spazi e servizi per la musico-terapia, la didattica, le attività ricreative e multimediali che, con le palestre e le piscine coperte panoramiche, riabilitative e ricreative, saranno destinate a tutti i piccoli ospiti, promuovendo e favorendo così tutte le iniziative finalizzate ad incrementare e valorizzare l’umanizzazione dell’assistenza al bambino oncologico.

•      Un Centro di Accoglienza per bambini incurabili e con gravissime malformazioni. Questa struttura si svilupperà con un fronte semicircolare convesso, proiettato interamente verso il mare. Le 40 camere ospiteranno 80 piccoli pazienti.

•      Un Centro di Ricerca Scientifica e di Formazione. Saranno realizzati uffici, laboratori, un’ampia serra sperimentale e un Auditorium per centinaia di persone. Sarà destinato agli studi officinali e diverrà il punto di riferimento d’eccellenza per la formazione medico-scientifica dei professionisti che condividono il progetto di fede e di speranza della Cittadella.

•      Il Cuore Alimentare: lavorerà i frutti dei terreni della Cittadella e degli animali allevati in zona, per nutrire il corpo, oltre che l’anima. La cucina di oltre 1000 mq potrà preparare oltre 4.000 pasti al giorno, di cui quasi un migliaio personalizzati per le cure specifiche.

•      La Casa Accoglienza: dotata di 12 camere e 36 posti letto disponibili, è la casa dell’amore e dell’umanità dove si accoglieranno il bambino oncologico in fase pre e post trattamento specifico e le persone nel rispetto delle diversità sociali, etniche, culturali, religiose. Sulla sua sommità è stata posta la statua della Madonna delle Lacrime, che dall’alto riceve e dà conforto, con la stessa accoglienza che Padre Pio tramite Irene ha sempre desiderato. Sarà completata entro l’estate 2021.

•      Un Polo Scolastico Specialistico Superiore. Sulla base del dialogo intrapreso con l’Istituto Tecnico Industriale-Tecnico Agrario-Tecnico Geometri di Vibo Valentia, si è avviata la programmazione di un edificio scolastico Superiore Specialistico Galenico, con indirizzo chimico ed agrario, che si occuperà della formazione di periti chimici ed agrotecnici, specializzati entrambi nella ricerca officinale.

•      Clusters Residenziali dove saranno accolte le famiglie dei piccoli pazienti ricoverati nella Cittadella. Miniappartamenti vicini al centro della Cittadella, pensati per ridurre le lontananze e le difficoltà dei genitori che così potranno seguire da vicino i propri figli con il grande amore “terapeutico” che fa parte della vita stessa.

•      Underground street. Tutte le strutture della Cittadella di Padre Pio saranno collegate da un percorso sotterraneo percorribile con mezzi elettrici a zero impatto, nel pieno rispetto di tutta la vegetazione e delle persone che vivono questo straordinario abbraccio di terra e cielo.

•      Eliporto diurno e notturno. Sarà una piattaforma che si può immaginare possa ospitare un’attività molto importante di trasporto di piccoli pazienti bisognosi di cure. E proprio la particolare difficoltà logistica di quella porzione di territorio vibonese, ancora sguarnito di arterie efficienti di comunicazione, ha determinato la scelta di avere una stazione eliportuale disponibile 24 ore al giorno.

•      Edificio di Accoglienza per ex giovani carcerati, anziani autosufficienti e disabili autosufficienti.

A latere della Cittadella, in un terreno donato da una coppia di persone del luogo, e posto poco sopra alla Cittadella, si insedierà una piccola comunità costituita da ex giovani carcerati, anziani autosufficienti e disabili autosufficienti, che potranno trovare ospitalità e lavoro, ognuno in ragione delle proprie condizioni fisiche.

Sarà un edificio dotato di laboratori per i primi trattamenti dei prodotti agricoli concepiti, situato in un terreno al di sopra della Cittadella.

Questo sedime di terra potrà essere collegato con la Cittadella stessa, senza soluzione di continuità, mediante altri terreni agricoli in fase di acquisizione, come sempre secondo l’indirizzo e la generosità della Provvidenza.

Tutti gli ospiti concorreranno alla realizzazione di questo grandissimo progetto di cura, rendendosi disponibili nell’ambito delle proprie possibilità, in particolare per la semi-lavorazione dei prodotti agricoli e che saranno poi trasferiti al Cuore Alimentare.

Come saranno articolate le varie sezioni che serviranno a curare e dare conforto a bambini, anziani, disabili, ex carcerati ed ex tossico dipendenti?

La Cittadella è un vero e proprio nucleo urbano calato in un ambiente naturale straordinario.

Per questo, chi ne pianifica lo sviluppo, ha dovuto adeguare la progettazione alla magia di un ambiente naturale di rara bellezza.

La vista di quell’ orizzonte marino, al tramonto, riesce a mozzare il fiato a chiunque!

Per questo non ci dovranno essere auto, o veicoli di qualsiasi tipo che possano invadere quel territorio con la loro presenza, il loro rumore e le relative emissioni di gas di scarico.

Le coperture degli edifici di cura ed accoglienza saranno completamente ricoperte di vegetazione cangiante e gli elementi murari emergenti dovranno delicatamente elevarsi dal terreno, proprio come fossero grandi alberi in crescita, sempre pronti ad immergersi in quella natura generosa e ad accoglierne la vegetazione in tutte le sue sfumature.

Materiali quali pietre naturali, legno ed argilla cruda e cotta, domineranno la scena, ma che diventerà architettura sull’architettura, sarà proprio la vegetazione, come Padre Pio chiede, indicando le piante che là crescono, quale “nuovo metodo di cura naturale per i bimbi”.

Tutti i percorsi di connessione fra gli edifici e per il trasferimento dei pazienti in direzione dei servizi saranno ubicati nel sottosuolo e saranno utilizzati veicoli elettrici per i collegamenti.

Tutti coloro che lavoreranno all’interno della Cittadella e tutti coloro che là si stabiliranno per curarsi, condivideranno i servizi disponibili, ma potranno anche condividere momenti di formazione e di svago.

Per il costruendo Ospedale oncologico sono previste sinergie con altre realtà sanitarie nazionali o europee?

Già oggi è stato avviato un doppio percorso operativo: un settore si riferisce in particolare alla ricerca scientifica relativa all’analisi dei principi attivi delle piante officinali e comunque “piante che crescono là”, proprio secondo le indicazioni di Padre Pio.

Queste ricerche vedono impegnate Università italiane e non, e Laboratori accreditati di altissimo profilo e si stanno sviluppando in un’ottica internazionale di scambio di informazioni.

Non a caso il Dott. Luca Cavallone, responsabile della ricerca, coordina le attività da Montreal, dove è impegnato professionalmente in ricerche evolute sull’identificazione precoce delle neoplasie.

Mentre il settore medico si sviluppa su due piani: la rete di Medici e Pediatri di zona, con in prima linea i Pediatri di libera scelta, che offrono la propria disponibilità per avviare un servizio continuativo di visite presso la prima struttura, ma anche a domicilio.

Poi Medici Specialisti provenienti da varie zone di Italia che offrono la propria attività specialistica, in particolare a favore dei bimbi più bisognosi, ma che si rendono disponibili anche a formare e specializzare i propri giovani colleghi durante i soggiorni pianificati.

In questo caso ognuno di loro rende disponibile la possibilità di accedere alle strutture sanitarie di provenienza, in caso di necessità.

Anche questo settore è rappresentato da Medici provenienti da varie parti del nostro territorio: da Roma, Brescia, Pavia, Bologna, Verona.

Che tempi si prevedono per il completamento dell’opera?

La prima struttura di accoglienza entro la fine della primavera 2021 potrà godere di abitabilità, ma sarà completata in tutta la sua estensione con la piazza frontale e i dodici portici, entro la fine dell’anno in corso.

Mentre la Cittadella, nell’insieme dei dodici edifici oggi previsti, potrebbe concludersi entro una decina d’anni, Provvidenza permettendo e se non vi saranno intralci urbanistici.

Padre Pio, Natuzza, don Mottola e Irma Scrugli. Tutti legati da un filo di santità in una provincia povera e martoriata. Come possono oggi incidere queste figure mistiche sul nostro territorio?

Qualcuno dice che il Sud dell’Italia è terra di Santi … E per questa terra martoriata, evidentemente, si sono dati appuntamento in tre e se permettete, tre grandi, grandissime figure che hanno lasciato un segno buono nel secolo scorso, in vita, ma che sicuramente ne lasceranno uno molto più forte oggi, un segno di conversione e perché no, di guarigione perchè ce n’è tanto bisogno… l’Eterno Padre ha voluto che anche Padre Pio curasse questa regione, per formare una grande famiglia di Santi e dare conversioni, speranza sostegno e provvidenza.

Qual’è il rapporto con la gente e con le istituzioni pubbliche?

Il rapporto con le persone, oggi, è bello!

Esiste e finalmente puoi leggere di frequente nei loro occhi lo sguardo della speranza, che per noi che seguiamo Padre Pio, significa fiducia in Dio Padre!

Questo oggi, dopo tanti anni di dura prova, ci dà il senso dell’opera giusta!

Ma sappiamo bene che la Calabria è terra di sofferenza, ma anche di grandissima umanità.

Le Istituzioni Pubbliche da che sono iniziate le opere di costruzione, ci hanno seguito sempre con affetto, come anche la gente locale.

Infatti, nei primi passi del cantiere, quando si incominciavano gli scavi in mezzo al nulla, si presentava sempre qualcuno a metà mattina, con il caffè caldo per i nostri operai.

Aggiungo, che il 6 marzo u.s, nel corso della Santa Messa, dopo la Comunione, Gesù mi ha detto: “Dalla vita donata nasce la preghiera, dalla preghiera nascono le opere, dalle opere nasce la conversione, dalla conversione nasce la preghiera e la vita donata”.

Ecco perché in Calabria si sta realizzando questo grande progetto!

Saverio Ciccarelli

Saverio Ciccarelli

Saverio Ciccarelli, nato a Tropea nel 1962, di professione avvocato dal 1992,pretore onorario, giornalista pubblicista dal 1989. Difensore di fiducia di diversi enti pubblici. Fondatore e direttore dal 1994, del mensile La piazza di Tropea,corrispondente di Oggisud, de La Gazzetta del sud, ha scritto per Il quotidiano della Calabria e altre testate giornalistiche cartacee , direttore di testate radiofoniche locali. Autore e curatore di libri su Tropea e del saggio “Calabria positiva” . Fondatore del Premio di poesia “Tropea onde mediterranee”, cofondatore dell’Ascot , dell’Asalt, del GFT di Tropea, del Premio letterario Città di Tropea, collaboratore del Tropea film festiva nel ruolo di giurato. Ha operato nel settore del turismo per oltre trenta anni. Docente di un Corso sui beni culturali presso il Liceo classico di Tropea e di Diritto sanitario in un corso di OSS. Promotore e relatore di incontri sul turismo, sulla sanità,sull’unione dei comuni, sulla depurazione, sulle funzioni delle Pro loco, sui pericoli derivanti dalla rete , sul ruolo del giornalista, sulle cause di inquinamento , sulla raccolta differenziata, sui piani di rientro. Ha redatto proposte per la valorizzazione del patrimonio socio culturale della città di Tropea, il regolamento della Consulta delle associazioni , sulla partecipazione dei cittadini, e il disegno di legge sulla salvaguardia della rupe di Tropea. Attualmente è direttore responsabile di Informa.

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