“Alleanze politiche in Calabria” il nuovo libro dello scrittore Pino Vita

“Alleanze politiche in Calabria” il nuovo libro dello scrittore Pino Vita

Il testo esamina 20 anni di lotte politiche e sociali nella regione

In uscita il nuovo libro di Pino Vita, “Alleanze politiche in Calabria nei primi dieci anni della Regione (1970-1980)”, pubblicato dall’editore Meligrana, con la prefazione di Girolamo Caparra.

L’autore pargheliese, dopo la pubblicazione nel 2014 della “Treccia rossa storia della cipolla di Tropea” con l’editore Pellegrini, e quella successiva  del 2019 “Parghelia 1943-1946: gli anni del cambiamento” con Meligrana editore, utilizza la “forzata segregazione per la pandemia”, per un’analisi dei cambiamenti avvenuti in Calabria che, a partire dalle lotte contadine del dopoguerra e dalla riforma agraria con l’esodo dalle campagne e dalla mancata industrializzazione sino all’invadenza della mafia, avevano determinato le condizioni economiche e sociali della Calabria in cui era  potuta esplodere la rivolta di Reggio  per l’attribuzione il capoluogo.

Emergono da questo approfondito esame le numerose promesse non mantenute dei vari Governi nazionali e gli sforzi delle forze politiche calabresi per colmare tale lacuna, ma appare anche evidente la loro mancanza di una visione generale dello sviluppo calabrese che li condanna a dover subire le logiche nazionali.

L’invio dell’esercito per stroncare la rivolta reggina con il varo del “pacchetto Colombo” è, infatti, la risposta contraddittoria del Governo di fronte all’esplosione di attentati e violenze e alla creazione e all’impiccagione simbolica dei fantocci di Misasi e Mancini, i due leaders calabresi ritenuti responsabili di aver impedito alla popolazione reggina di ottenere il suo antico diritto di diventare capoluogo regionale. 

L’esame di questi avvenimenti e delle scelte dei partiti  calabresi, con particolare riferimento ai problemi interni del Pri, uscito lacerato dalle vicende reggine, costituisce lo sfondo naturale per l’inserimento di alcuni interventi di saluto svolti tra gli anni il 1970-1980 dall’autore che, nella veste di segretario regionale del Pri della Calabria, aveva avuto l’occasione di partecipare agli incontri per la soluzione delle numerose crisi alla Regione ed ai vari congressi dei repubblicani e delle altre forze politiche.

Nel quadro regionale scaturito dalla rivolta di Reggio, l’avanzata elettorale del 1975 ottenuta delle sinistre anche in Calabria determina, dopo l’esaurirsi della formula di centro sinistra, la ricerca di nuove alleanze politiche che porterà il Pci a sostenere la maggioranza formata dalla Dc, Psi Psdi e Pri che guiderà la Regione, una scelta maturata nel clima della solidarietà nazionale che rimane però incompiuta e determina la fine della politica delle larghe intese e il passaggio del Pci all’opposizione.

Emerge da questa analisi il ruolo indispensabile di partiti, ormai scomparsi, e il ruolo particolare di una forza di minoranza critica, quale il Pri, in una Calabria dominata dalle logiche dei grandi partiti di massa.

Il libro si snoda attraverso  la ricostruzione, anche in ordine temporale,  dei principali avvenimenti di quel primo decennio di vita regionale: dalle numerose interpartitiche per l’elezione delle varie giunte e la definizione di un nuovo programma di governo, con la cronaca dell’incontro a Roma a palazzo Chigi del Presidente della Regione, il democristiano Aldo Ferrara e dei responsabili dei partiti e sindacati calabresi con il Presidente del Consiglio Andreotti sul destino del Quinto centro siderurgico di Gioia Tauro, destinato ormai a non essere più costruito a causa della crisi mondiale dell’acciaio.

Una particolare attenzione è riservata dall’autore al cammino della ‘ndrangheta che si presenta agli inizi degli anni ’70, nel momento in cui avviene il varo della Regione come una forza modernizzata, capace di inserirsi nell’economia della Calabria utilizzando non solo le intimidazioni e la violenza ma anche collusioni e complicità in frange insospettabili di apparati pubblici.

Le risposte della Regione a questa crescente invadenza prendono avvio con il parere favorevole al progetto di legge del deputato socialista Frasca per l’estensione alla Calabria della “Commissione antimafia” già istituita per la Sicilia e alla successiva istituzione, nella legislatura 75/80, sulla spinta della nuova maggioranza regionale di governo, della “Commissione di studio e di indagine sul fenomeno mafioso”, la cui presidenza sarà affidata al democristiano Barbaro.

Tra le altre vicende esaminate nel libro  di Pino Vita, ha un particolare rilievo politico l’attribuzione alla Dc della presidenza dell’Esac, ex Opera Sila, antico feudo del potere democristiano in Calabria con la contemporanea presenza negli organi amministrativi del nuovo ente dei segretari regionali dei partiti di governo, cui fa riscontro l’attribuzione al Pci della presidenza della “Commissione del Piano regionale di sviluppo” che, dopo la rottura della politica delle larghe intese, diventerà uno strumento parallelo di governo.

Accanto a queste vicende, la ricostruzione sommaria del quadro dell’informazione calabrese che, nell’intento dell’autore, vuole sottolineare l’incidenza avuta in quel periodo dalla stampa sull’azione dei partiti e sulla definizione delle stesse alleanze politiche, mentre il richiamo all’effetto Spadolini, primo Presidente laico del Governo, dopo l’azionista Ferruccio Parri, sulla presentazione di una lista del Pri alle elezioni comunali di Tropea nel 1981, rappresenta un chiaro segnale dell’influenza della “immagine” sulla raccolta del “voto d’opinione” anche in Calabria.

Dopo un riferimento alla presidenza socialista delle giunte regionali successive alle elezioni del 1980, il libro si conclude con un fugace riferimento alle giunte di sinistra con la partecipazione del Pci e l’opposizione della Dc sino alla successiva costituzione dell’asse Dc-Pds che ha caratterizzato la fase politica regionale conclusa nel 1995 con l’applicazione della nuova legge elettorale maggioritaria.

Per la ricostruzione delle varie vicende, l’autore ha utilizzato volutamente uno stile da “cronaca”, comprensivo delle date degli avvenimenti e dei nomi dei protagonisti, nell’obiettivo di riprodurre il clima politico di una stagione animata dai partiti e ormai tramontata, la cui conoscenza rimane però essenziale per comprendere le cause delle attuali difficoltà delle Regioni e del conseguente calo della partecipazione dei cittadini nelle competizioni elettorali.

Un obiettivo pienamente raggiunto nel libro grazie agli approfondimenti bibliografici e alle note che testimoniano un’attenta ricerca e una conoscenza diretta dell’autore delle varie vicende alle quali si aggiungono l’argomentata prefazione del prof. Girolamo Caparra e la grafica di Filippo Meligrana, utilizzata per riprodurre sulla copertina i simboli ormai desueti dei vecchi partiti ma che fanno risultare il libro ancora vivo e attuale.

Redazione Informa

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